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salmo 145

LA COSTRUZIONE ARTISTICA DEL SALMO 145

(da "Forme e contenuti dei canti dei salmi" di Jacob Bezeq)


  Nel 1987 fu pubblicato a Tel Aviv  il libro "Forme e contenuti dei canti dei salmi" di Jacob Bezeq e il  rabbino Luciano Meir Caro lo presentò all' Amicizia E.C. che allora era chiamata "di Forlì". Subito lo acquistai, facendolo arrivare da Israele, e concordai con rav Caro una conferenza dal titolo "Lettura geometrica dei salmi". Successivamente nelle scuole di ebraico biblico di Ravenna e Forlì ci impegnammo nello studio del primo salmo presentato nel libro, il salmo 145 di Davide, raffigurato nella Stella di Davide o Maghen David,  come risulta dalla foto.
  Gloria Rosetti Tumiatti, allieva della scuola di ebraico biblico, recandosi alla sinagoga di  Pitigliano, aveva già acquistato per l'Amicizia la pergamena del salmo 67 dipinto nel candelabro o menorah. La bottega dove si realizzano le pergamene esposte a Pitigliano si trova a Siena e Gloria commissionò all'artista di quella bottega, Even Caredio, una pergamena della Stella di Davide contenente il salmo 145, per farne dono all'Amicizia E.C. della Romagna. Successivamente a Ravenna rav Caro tenne una conferenza dal titolo "Lettura geometrica del Salmo 145".
  La spiegazione che Jacob Bezeq fa nel libro, introducendo lo studio del salmo 145, tradotta in italiano dall'ebraico moderno, è questa:

 "Questo salmo, attribuito a Davide, è un acrostico, cioè un salmo alfabetico, ma manca il versetto che inizia con la lettera nun. Si pone subito la domanda quale sia la spiegazione per la mancanza di questo versetto.
   Rabbi Yochanan Eshìv, nel Trattato Berakot del Talmud, dice che l'autore del Salmo non voleva comprendere in esso il versetto che inizia con la nun, siccome a questa lettera è legata la caduta di Israele. Leggiamo infatti in Amos 5, 2 "È caduta e non si rialzerà più la vergine d'Israele". Nella traduzione dei LXX è stato aggiunto il versetto con la lettera nun, perché si pensava che questa elisione fosse avvenuta per errore.
  A noi sembra possibile che una delle cause di ciò sia data dal fatto che il salmista ha voluto comprendere in questo salmo solamente 21 versetti in modo che ci fossero in esso sette strofe (triangoli) di tre stichi ciascuna. Dal momento che i versetti del salmo sono disposti secondo l'ordine alfabetico e le lettere dell'alfabeto sono 22, era necessario togliere un versetto.
  Secondo il Talmud, Davide avrebbe deciso di elidere il versetto che inizia con la nun, perché a questa lettera è legata la caduta (naflah) di Israele.
  Nella tradizione di Israele il numero 7 è portatore di una santità particolare; è molto probabile che questo salmo fosse cantato nel Tempio come parte della liturgia e la composizione delle 7 strofe, con tre stichi ognuna,  era disposta per l'esecuzione musicale del salmo.
  Tuttavia vi è una grande possibilità che la elisione del versetto con la nun abbia una ragione mistica. Questa deduzione viene dal fatto che l'elisione di un versetto o più da un acrostico alfabetico è un fenomeno costante in tutti i salmi alfabetici attribuiti in modo esplicito al re Davide e sono i salmi 25, 34, 37, 145.
  Non in tutti la ragione è solo aritmetica, ma è possibile che il salmista abbia voluto intaccare in una forma dimostrativa l'integrità del cantico per far vedere che Dio solo è perfetto e fine della perfezione.
  Forse il salmista ha voluto suggerire, con lo stico mancante, che c'era qualcosa che lui non aveva voluto rivelare pubblicamente, ma voleva, invece, conservarla nel suo cuore come segreto per sé."

                    Maria Angela Baroncelli Molducci
  


 
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